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mercoledì 30 gennaio 2019

DAVIDE DE ZAN. IN FUGA


Una figura solitaria spunta dalla nebbia, mentre tutto intorno infuria una tormenta di neve. Sfreccia via veloce, e un attimo dopo la nebbia torna a inghiottirla. Appena alle sue spalle, ecco un gruppo di inseguitori. Sono fradici, semiassiderati, eppure vanno avanti, i muscoli tesi fin quasi a scoppiare, i volti contratti per l'enorme fatica. Ai lati della strada, le persone infagottate nei loro pesanti cappotti esplodono in un grido unanime di incitamento... Se esiste uno sport omerico, è senza dubbio il ciclismo: nessun'altra disciplina sa essere altrettanto epica e feroce, tragica e bella. È una magia fatta di passione e sacrificio, di gioia e dolore, di rabbia e amicizia: emozioni impossibili da illustrare con un'equazione. Per comprenderlo, lo devi raccontare: le battaglie più celebri e i duelli più agguerriti, ma anche i risvolti nascosti e gli inganni. Come ogni epica che si rispetti, anche il ciclismo ha i suoi eroi e i suoi antieroi, i suoi giovani valorosi caduti troppo presto, i suoi campioni colpiti dall'invidia degli dèi. Mario Cipollini, Fabio Casartelli, Lance Armstrong, Marco Pantani... Sono molti i protagonisti che hanno inciso il loro nome nella leggenda di questo sport. E hanno storie formidabili, buffe, dannate e commoventi da raccontare. Serviva solo un testimone privilegiato, uno che le ha viste e vissute in prima linea, come gli antichi bardi che seguivano i guerrieri sui campi di battaglia e ne immortalavano le gesta. Davide De Zan è uno così. E queste sono le storie memorabili che ha visto e vissuto. Gli atti di valore, le follie e le imprese dei moderni guerrieri a cavallo della bici.


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